Presidente Camera di Commercio

Alfredo De Poi

Industria, Agricoltura e Artigianato di Perugia

Quando veniva ad aprirti, nel suo studio di via Bontempi spalancato sull'Umbria e sui tetti di Perugia dai locali che facevano parte della storica tipografia di famiglia, la prima cosa che colpiva era la sua gentilezza e il sorridente tratto umano.
Quando davi la prima occhiata alle tele recentemente dipinte, la prima cosa che ti colpiva era la gioia di dipingere che intravedevi in esse.
Colori freschi, trasparenti, direi onesti, come onesta e senza voglie commerciali per essere "alla moda" era stata la sua adesione al post-cubismo, all'iperrealismo, a certe suggestioni materiche e scabre che appaiono nelle sue facciate, nei laghi, nelle campagne, negli alberi, negli ammassi di rifiuti, nei casolari...
Benucci ha sviluppato una tavolozza vibrante, anche con qualche autocompiacimento che veniva dalla sua capacità tecnica, ma senza manierismi: perché la sua sensibilità era sempre aderente alla realtà materiale e culturale. È stato un valido esponente della generazione di artisti umbri legati all'espressione figurativa in un momento di sperimentalismo, spesso esasperato.
Ma è stato anche un artista che ha trovato nella sua terra in particolare o in brevi peregrinazioni esterne, pur sempre collegate a una "cifra" umbra, una vivace corrispondenza di affetti artistici.
Amava l'Umbria con tenerezza e per questo, oltre che ammirare l'artista, noi l'amiamo come Umbri...e, in alcuni casi, anche dal versante istituzionale lo apprezziamo perché rende servizio alla nostra Terra.
Grazie a una legge illuminata (la 717 del 20 luglio 1949 e successive modificazioni) che ci consente una piccola raccolta di opere d'arte, qualche tela di Gustavo Benucci arricchisce e abbellisce le pareti della sede del nostro Ente. Ne siamo allietati, in quanto estimatori, dalla loro qualità e dalla particolare sensibilità, ma ne siamo allo stesso tempo stimolati perché ci incita a portare, nell'ambito che ad ognuno è proprio, un valore aggiunto al mondo circostante per lasciare la casa, che temporaneamente ci ospita, possibilmente più bella, più vivibile e più completa di come l'abbiamo trovata.

[1998]